Cari lettori, come avrete potuto notare il nostro prezzo di copertina è stato incrementato di 20 centesimi di euro. Di riflesso anche i prezzi degli abbonamenti saranno lievemente aumentati. Vi preghiamo di scusarci per il disagio ma vi assicuriamo che non si tratta di una scelta dettata da mera avidità.
Con l’editoria non vogliamo di certo arricchirci, e vista la situazione attuale non riusciremmo nell’intento neanche volendolo. Da sempre il nostro unico scopo è quello di servire il lettore nel solo modo che conosciamo: ovvero offrendogli una vera e completa informazione. Purtroppo però il Governo ha deciso di rendere più arduo il nostro mestiere. L’Isola, come d’altronde tutti i prodotti editoriali italiani, usufruiva della tariffe postali agevolati, grazie alle quali era possibile recapitare i giornali agli abbonati a prezzi sostenibili. In pratica le Poste Italiane utilizzavano una tariffa ridotta per i giornali, in modo tale da favorirne la diffusione. Secondo la legge era lo Stato a coprire le rimanenti spese. Dall’1 aprile però il Governo ha soppresso tale legge. Si tratta di un provvedimento inaccettabile e sbagliato sia nel metodo che nel merito, contro il quale le associazioni di categoria promettono di battersi con ogni mezzo. Grave il fatto che il Governo non abbia applicato l’articolo 56, comma 4 della legge 23 luglio 2009 n. 99, che avrebbe drasticamente ridotto l’impegno economico dello Stato e conservato il sistema delle tariffe agevolate. Grave, inoltre, che abbia rifiutato ogni soluzione alternativa, anche quella di prorogare le tariffe agevolate soltanto fino alla fine dell’anno in corso. La decisione del Governo, infatti, produce un pesante aggravio dei costi che ricade direttamente sugli editori, gran parte dei quali - piccoli e medi - non sono in grado di sostenerli. Il rischio di dover cessare le pubblicazioni per molti è certo, con un danno gravissimo per il pluralismo diffuso e per la democrazia. Ma sarà un danno anche per Poste SPA che vedrà ridurre pesantemente i volumi delle spedizioni per le chiusure o perché in molti casi verranno ricercate soluzioni alternative di distribuzione. C’è da considerare, inoltre, che le tariffe agevolate sono stabilite per legge e, pertanto, un decreto interministeriale, in uno Stato di diritto, non può variare una legge. Esistono diversi tipi di contributi che lo Stato destina all’editoria. Nonostante questo il Governo ha preferito tagliare le misere agevolazioni postali, delle quali usufruivano tutti, piuttosto che i milionari contributi agli organi delle Onlus, agli organi dei partiti, agli organi delle correnti politiche, metodi clientelistici per mantenere in vita giornali che non vendono una copia una. Ma tant’è. Senza le agevolazioni postali le tariffe vengono aumentate di quasi il triplo. Molte piccole testate hanno già dovuto ridimensionare i costi, o addirittura chiudere bottega. Dal canto nostro speriamo che l’esiguo aumento di 20 centesimi non intimorisca i nostri lettori, permettendoci di continuare a svolgere il nostro lavoro. Sappiamo bene che in tempi di crisi anche un minimo aumento come questo possa significare un piccolo sacrificio: e proprio questo che vi chiediamo, assicurandovi che comunque cercheremo di meritare ogni centesimo sborsato.
Noi liberi d'informare. Voi liberi di scegliere.
17 aprile 2010
L'aumento obbligato
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