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18 giugno 2010

Tutti gli uomini del presidente

di Giuseppe Pipitone
Pubblicato su L'Isola del 28 maggio 2010

È finito il tempo delle chiacchiere. Adesso la parola passa ai documenti. Del resto verba volant, ma come è noto scripta manent. Salvatore Daidone, Ignazio Passalacqua e tutto il Partito Democratico avevano sollevato la questione nell’ultimo consiglio provinciale. Al centro della querelle l’esatto numero dei consulenti e degli esperti nominati dal presidente della Provincia Turano, ed i relativi costi. Un numero che a quanto pare non era conoscenza dei consiglio. E tanto meno ne era a conoscenza l’opinione pubblica, all’occorrenza anche elettorato, che quei costi li sostiene con le tasse. Già di per se la questione è sintomatica. Può un consiglio provinciale essere all’oscuro dei consulenti e degli esperti che quella provincia mantiene? E può un elettorato, che alle ultime elezioni ha votano in massa per l’attuale amministrazione, non conoscere quanti soldi spende il suo presidente per i consulenti? A quanto pare a Trapani accade anche questo.


Lo Staff Non tutti sanno per esempio che il presidente Mimmo Turano, grazie all’articolo 90 del Testo Unico degli Enti Locali può costituire un ufficio posto alle sue dirette dipendenze. In poche parole può creare una sorta di staff personale, strettamente legato alla sua persona. Il caso più famoso è quello di Massimo D’Alema e i suoi collaboratori di governo , i cosiddetti Lothar, tutti rasati a zero, ombre fedeli dell’allora premier. I collaboratori che fanno parte dello staff di Turano hanno invece preferito non tagliare i capelli, nonostante il look del presidente provinciale sia simile proprio a quello dei collaboratori dalemiani. Nonostante il look i fedelissimi turaniani sono cinque. Il collaboratore istruttore dello staff è Lorenzo Cascio, nominato il 31 dicembre 2008 e ricompensato con 18 mila euro. Due sono i funzionari, provenienti entrambi da enti esterni e trasferiti in provincia, retribuiti ognuno con 36 mila euro annui: in ordine di grado sono Gioacchino Lo Presti, dipendente della regione Sicilia, e Marisa Di Marzo, dipendente del remoto comune di Pantelleria. Ovviamente dello staff fanno parte anche due dirigenti: ad Antonio Galfano spettano circa 6 mila e 300 euro più 5 mila d’indennità per circa tre mesi di contratto, più o meno lo stesso trattamento riservato all’altro dirigente Antonino Vullo. Un piccolo capitolo di spesa è anche riservato alla traduttrice Rebecca Simpson, ingaggiata per il progetto Trame Mediterranee, a cui sono toccati gli spiccioli: appena 140 euro. In totale lo staff di Turano costa ai contribuenti circa 103 mila euro. E stiamo parlando soltanto dei collaboratori “fidatissimi”. Di certo Turano avrà avuto i suoi buoni motivi se ha reputato necessaria la creazione dello staff.

Medico e Portavoce D’altronde secondo la legge(626/94), doveva ingaggiare anche un medico. La scelta era già stata fatta dal suo predecessore D’Alì che nel novembre del 2007 aveva individuato in Pietro Bonura la persona adatta. Fino ad ora per pagare Bonura la provincia ha speso 65 mila euro, ed altri 15 mila saranno versati nel 2011. Almeno il portavoce Turano ha potuto sceglierselo da solo. Il compito di “spargere il verbo” è stato affidato a Filippo Siragusa in cambio di circa 21 mila euro l’anno.

Esperti salati Ma è il capitolo esperti il più oneroso per le casse provinciali. Nel novembre del 2008 Mimmo Turano decide di avere bisogno di un esperto per la “programmazione, pianificazione e lo sviluppo economico.” A quanto pare il professor Enrico Camilleri faceva al caso suo. All’inizio col presidente della FuniErice era stato pattuito un contratto semestrale per circa 4.500 euro al mese. Il contratto è stato rinnovato semestralmente, e l’ultimo scadrà proprio il 30 giugno. Fino ad ora Camilleri è costato 80 mila euro tondi. L’altro esperto di peso è Enrico Briante, già consulente della provincia e ora “consulente per l’assistenza e la pianificazione dei servizi sociali e culturali”. Il suo percorso d’assunzione è simile a quello del collega Camilleri. Assunto anche lui nel mese di novembre del 2008 ha visto prorogare i suoi contratti semestralmente per un esborso totale di oltre 87 mila euro. Visti i trascorsi è probabile che i contratti dei due esperti saranno rinnovati ulteriormente. Completa il quadro la giovane Deborah Aureli. La dottoressa è stata assunta nell’agosto del 2009 con l’incarico di “collaborazione per assistenza tecnica finalizzata al monitoraggio ed alla presentazione di progetti su programmi dell’Unione Europea”. Il compenso dell’Aureli è di 15 mila euro per dieci mesi di consulenza. Quasi regalata se consideriamo quanti introiti portano (o dovrebbero portare) i progetti dell’ UE. Proprio pochi giorni fa però la giunta provinciale, in cui erano presenti soltanto sei assessori su dodici, ha deliberato d’imbarcare la Aureli per altri sei mesi, al modico costo di 24 mila euro, con compiti di “programmazione ed attuazione di politiche di sviluppo energetico”. Si sa che l’energia è l’affare del momento.

Una squadra di calcio In totale quindi, tra staff, portavoce, medico, esperti e consulenti Turano ha reclutato ben dieci elementi, tutti ovviamente qualificatissimi per coadiuvare il presidente nella gestione della provincia. Se a questi aggiungiamo anche la traduttrice Simpson, si arriva ad undici: una squadra di calcio con mister Turano in panchina. Tra l’altro l’esborso totale somiglia proprio a quello di una squadra di media categoria. Fino ad ora infatti i fedeli cavalieri di Turano sono costati ben 400 mila euro: se pensiamo che il reddito medio provinciale è di 18 mila euro, si può senz’altro dire che è un’enormità. Oltretutto gli abitanti della provincia di Trapani sono poco più di 400 mila: in pratica quasi un euro ad abitante, inclusi i neonati. Il Pd aveva minacciato ricorso alla corte dei conti. Sarebbe forse il caso di farci un pensierino. Per ora il presidente si dice tranquillo e certo di aver agito in rispetto della legge. Dichiarazioni non certo originali quelle di Turano, che prima di pensare ai tribunali farebbe meglio a rendere conto ai cittadini dei denari sborsati: in fondo si tratta pur sempre di soldi nostri.


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