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21 marzo 2010

La morale di Mogavero


Pubblicato su L'isola 24 dicembre 2009
di Giuseppe Pipitone
La Chiesa Cattolica ha sempre avuto un peso in Sicilia. E avere un peso in una regione complicata come la nostra può voler dire molto. Dal famoso Cardinale Ruffini, quello che negava l’esistenza della mafia, all’ancor più famoso discorso di Papa Giovanni Paolo II nel 1993,che la mafia non solo la riconosceva ma la condannava definitivamente, di acqua sotto i ponti ne è passata.

Figurarsi poi in provincia di Trapani, se possibile la provincia più complicata della Sicilia, cosa vuol dire per la Chiesa aver avuto un peso. Si va dai volantini della Dc distribuiti durante le celebrazioni eucaristiche, fino al funerale clandestino del fratello di Vincenzo Milazzo. Situazioni in cui la Chiesa Cattolica ha avuto un peso, in senso negativo, nella storia locale. Anche monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Marsala dal 2007 e in passato nelle alte sfere della Cei, sta avendo un peso nelle questioni socio politiche, non solo locali, ma anche nazionali. Questa volta però
in chiave sicuramente positiva. O quantomeno al di sopra d’ogni sospetto. In occasioni dello scandalo inerente le frequentazioni a sfondo sessuale di Silvio Berlusconi, suggerì al premier di dimettersi.

Dopo l’aggressione di Tartaglia a Berlusconi che clima c’è in Italia?

Sicuramente il clima è molto teso.


Che percezione si ha, in una diocesi difficile come quella di Marsala, della situazione odierna?

Ho seguito in prima persona le vicissitudini degli agricoltori locali, che sono praticamente messi in ginocchio dalla situazione attuale. In momenti di straordinaria crisi i cittadini si aspettano da chi si propone di amministrarli provvedimenti altrettanto straordinari. Il dato odierno invece ci presenta una politica distante dalle risposte che il paese si attende.

Vengono a mancare in certi casi anche provvedimenti ordinari. Ma una situazione del genere rischia di alimentare la già diffusa sfiducia nei confronti della classe dirigente?

Diciamo che è un fatto attuale più che possibile. Di fronte all’inerzia della classe politica è inevitabile che la popolazione si discosti totalmente da certe posizioni. E’ una reazione quasi dovuta a causa proprio delle deprecabilissime condizioni attuali. Un allontanamento dalla classe politica dei cittadini è inevitabile.

La morale nella vita politica è ormai argomento all’ordine del giorno. In una regione come la Sicilia, in una provincia come quella di Trapani, dove si sprecano i casi di dubbia moralità di certi politici, magari troppo vicini in certi casi agli ambienti mafiosi, come si relaziona la Chiesa Cattolica?

La Chiesa Cattolica ha fatto sentire la sua voce e continuerà a farla sentire. Già dal 1992 e dalla stagione delle stragi gli ambienti ecclesiastici hanno preso posizione riguardo l’argomento. Veda a mio parere proprio quel periodo è da considerare come una sorta di filo rosso nella storia socio politica della Sicilia. Oggi la Chiesa rinnova costantemente i suoi impegni.

Ci sono anche casi in cui eminenti uomini politici, magari al centro delle cronache per possibili frequentazioni con soggetti ricollegabili a Cosa Nostra, sottolineano la loro appartenenza alla Chiesa Cattolica, il loro essere “uomini di Chiesa”. Mi riferisco ovviamente a casi di Cuffaro e D’Alì.

Ma bisogna capire cosa s’intende per “uomini di chiesa”. Per me un uomo di chiesa è un vescovo, un sacerdote. Se poi si parla di uomini vicini alla chiesa, sicuramente la chiesa cattolica non può scomunicare qualcuno per la proprio condotta. Certo è da sottolineare come in questi casi spetti ai soggetti in questione fare autocoscienza, capire se fino in fondo hanno rispettato la dottrina cattolica, o comunque capire dove hanno sbagliato. Non si può sospendere qualcuno dalla propria religione. Lo si può invitare a vivere pienamente secondo l’insegnamento di Cristo in ogni aspetto della propria vita. La frequentazione ecclesiastica non è però un’ alibi, la magistratura esiste appunto per appurare eventuali responsabilità giuridica, indipendentemente dalla religione.

Un’ultima domanda: andrebbe mai a cena con un suo parrocchiano che si rende colpevole d’adulterio?

La domanda non è completa. Gesù Cristo cercava i propri discepoli tra i peccatori. Quindi potrei andarci a cena con l’intento di riportarlo sulla retta via. Ovviamente la situazione è da attenzionare maggiormente se per caso la cena si rivelasse soltanto come la legittimazione del gesto.

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